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Blog @ Noidelvino

Il Vino raccontato da chi lo fa

Come farsi invitare da Biondi Santi e passare con loro una magnifica giornata
Pubblicato dal blog il 01/23/2022
Come farsi invitare da Biondi Santi e passare con loro una magnifica giornata

Non è facile farsi invitare da Biondi Santi in un tour guidato.  A noi è capitato in un modo curioso e inaspettato.

 

Parte 1 - Storia di un invito

La Tenuta Greppo è l’azienda simbolo di Montalcino, e Biondi Santi è un marchio di riferimento nella galassia dei vini iconici mondiali. La Tenuta Greppo è semplicemente la casa-madre del Brunello.  Dal 2016 è passata di mano alla famiglia francese Descourt e al suo gruppo EPI.  

Le visite sono contingentate al massimo e riservate per lo più agli importatori e ai giornalisti di settore. Noi l’abbiamo visitata e adesso vi racconto come.  

Nel febbraio del 2012 mia moglie Ilaria mi chiese di portare alcune bottiglie di Brunello Riserva a far “ricolmare” (1) dagli unici titolati a farlo, cioè gli stessi Biondi Santi. Avevamo saputo dell’apertura di un Bando di Ricolmatura, - il XIX° per la precisione - che avrebbe consentito ai possessori delle vecchie annate di Brunello Riserva di “prolungare la vita del vino ancora per molti anni”.  

Le bottiglie in nostro possesso erano 3, tutte rigorosamente numerate: Una Riserva del 1955 (Nr. matricola in lunetta 13502), una Riserva del ’57 (Nr. 4593) e una Riserva ’61 (Nr. 6070). Non avevamo idea del loro valore, mentre oggi sappiamo che è da capogiro: su wine-searcher vengono quotate rispettivamente ad un prezzo medio di  €7.771, €562 e €645 (https://www.wine-searcher.com/find/biondi+santi+tenute+greppo+rsrv+docg+brunello+di+montalcino+tuscany+italy/1955/italy).

Biondi santi Brunello Ris. 1955 on wine-searcher

Le 3 gemme che avevamo nella cantina di famiglia erano ciò che rimaneva di una collezione più ampia che mio suocero Giacomo aveva inconsapevolmente contribuito a creare nel tempo, poiché essendo amico di Franco Biondi Santi  le aveva ricevute da lui in segno di affetto e gratitudine - alcuni dei più giovani ricorderanno la famosa degustazione del Vinitaly 1996 diretta proprio da Giacomo Tachis, ricordata persino nel bel libro di Aldo Santini pubblicato nel 1997(2). 

Una grossa parte di questa collezione sarebbe stata battuta all’asta da Bolaffi nel novembre del 2017 per ricavarne fondi che mia moglie avrebbe poi devoluto in beneficienza. 

Comunque, tornando a quel febbraio del 2012, prendemmo le nostre 3 bottiglie, le mettemmo in una robusta scatola super-ammortizzata e le portammo alla fattoria Il Greppo. In ufficio ci fecero riempire delle carte, ci fu data una ricevuta e si rimase intesi che saremmo stati avvisati per telefono a “Risommatura” completata. Così tornammo a casa fiduciosi di aver lasciato i vini in buone mani e contenti di aver passato una bella giornata a Montalcino.

Passa del tempo, e in attesa di essere avvisati dagli ilcinesi dell’avvenuta ricolmatura, ci dimentichiamo completamente di quelle bottiglie;  Ma il bello è che perdiamo di vista pure le ricevute che ci erano state date al momento del deposito dei vini. Parecchio tempo dopo mentre eravamo a tavola con degli amici, Ilaria mi fa:

- Ma abbiamo più avuto notizie di quelle bottiglie? La guardo perplesso. 
- Quali?
- Ma sì dai, quelle che abbiamo portato da Biondi Santi…

Già, che fine avevano fatto quelle 3 preziose bocce? Erano andate perse? Bevute? Ricolmate e poi abbandonate chissà dove? Occorreva presto ricontattare la blasonata Cantina per avere qualche notizia, ma sarebbero state necessarie le ricevute che nel casino generale erano sparite nel nulla.

Purtroppo l’ufficio in cui lavoriamo e dove teniamo la maggior parte dei nostri documenti sembra più che altro una rimessa agricola dove - mea culpa - abbandono pigramente ogni sorta di oggetti: forbici da vigna, filo per la legatura e quant’altro mi occorra per lavorare in campo. Regna il disordine più bieco, per cui la ricerca di qualunque oggetto lasciato là senza pensare, non è mai agile o dall’esito scontato.  

Così, con una buona dose di pessimismo mi metto alla ricerca di questo “certificato di deposito” finito nel caos. 
Dopo tutto quel tempo l’idea di bussare alla porta di Biondi Santi (che nel frattempo era passata nelle mani di un finanziere della moda francese) senza alcun titolo in mano mi metteva in imbarazzo. 

Immaginatevi la scena:

Toc toc, - Chi è?
- Sono quello che v’ha portato quelle bottiglie di Brunello qualche annetto fa….
- Chi? Di che bottiglie parli?…

No, decisamente non me la sentivo.

Insomma, cerco e ricerco, ma non trovo niente. Alla fine allargo le braccia e la prendo con filosofia:  - La casa non ruba, come dice il proverbio. - Penso rassegnato che prima o dopo quella ricevuta mi ripasserà per le mani.

Biondi Santi Bando di Ricolmatura

A novembre la svolta. 

Normalmente mi preparo al Natale alleggerendo l’ufficio e gli scaffali da tutte le vecchie carte che inevitabilmente si accumulano col lavoro. I primi faldoni a venire buttati al macero sono quelli con la documentazione fiscale dei 10 anni precedenti. Per noi si tratta di un rito prenatalizio, per altri di una liberazione. Tuttavia prima di gettare la carta nell’archivio rotondo (il cestino della carta, per intendersi) conviene sempre dare una sbirciatina a quello che si getta via, non si sa mai…

- Questo sì, questo no,…e sta roba cos’è? Tò, guarda cos’ho trovato! 

- Ilaaa, grido dalle scale, - Vieni a vedere cos’ho trovato!

C’è da non crederci: ritrovo le ricevute. 

Ora Montalcino rispetto alla nostra fattoria qui a San Casciano non è esattamente dietro l’angolo, e solo per andare e tornare occorre una mezza giornata per una novantina di chilometri. Inoltre, anche con la ricevuta in mano, non era affatto certo che dopo 9 anni e 9 mesi avessero ancora in cantina le mie 3 bocce, per cui il rischio di fare un buco nell’acqua c’era eccome. Avrei potuto telefonare, ma mi sembrava un approccio timido e poco efficace, mentre andarci di persona e metterci la faccia con le carte in mano mi pareva un’idea migliore. 

Sul quando andare, non sapevo decidermi; dopo un decennio di attesa qualche giorno in più non avrebbe fatto la differenza, per cui  decido di attendere una buona occasione per andare a Montalcino magari unendo l’utile al dilettevole come si suol dire, oppure per qualche buona ragione di lavoro.  

Ed ecco l’occasione. 

Per una felice combinazione sia noi di Podere La Villa sia Mastrojanni, un altro storico produttore di Montalcino, condividiamo lo stesso importatore in Slovacchia. Capita che quest’ultimo ci chieda di fare dei groupage - che per i non addetti ai lavori significa in pratica di unire due o più ordini in un unico carico per consentire al camion che ritira il vino di fare prima, evitando di girare per mezza Toscana su tutti i buchi delle nostre strade bianche. 

Siamo a metà dicembre 2020, e dovendo portare del vino da Mastrojanni per un groupage appunto, decido di passare a trovare Biondi Santi che è di strada, quella stessa che che da Montalcino porta a Castelnuovo dell’Abate sfiorando quella gemma che è l’Abbazia di Sant’Antimo.

Entro nel viale alberato, sorpasso un trattore (un Fendt, perché lì girano solo quelli), parcheggio e scendo dall’auto con le carte in mano. Suono alla porta. Mi risponde una voce metallica al citofono:

- Sì?
- Mi chiamo così e così, volevo avere delle informazioni su alcune bottiglie che avevo lasciato qui da voi per la ricolmatura…
- Guardi che di questa cosa si occupa la nostra responsabile Sabine C. . La contatti per telefono e si faccia dire.., 
mi risponde senza aver ancora fatto scattare la serratura del portone. 

Ora, rimanere chiusi fuori non piace a nessuno, figuratevi a me. Qualcosa del mio umore sta cambiando. In peggio. 

- Guardi che sono passato a RIPRENDERMI delle bottiglie che voi dovreste aver conservato da qualche parte in cantina…

Odo un doppio clic, mentale e meccanico. Mi viene aperto.  Certo, chissà quanti rompiscatole bussano a questa porta, penso 
Be’, non la faccio troppo lunga. Salgo su per le scale, accenno a un saluto a distanza, e racconto la mia storia a una giovane ragazza bionda molto educata e disponibile, che prende le mie carte, le fotocopia e promette di farmi chiamare da una sua collega precisando però che “Noi non facciamo ricolmature dal 2008…
Vengo via divertito. In fondo potrei anche averli messi in imbarazzo o chissà magari in difficoltà. Come faranno a ritrovare quelle 3 bottiglie  al buio di una cantina tra centinaia di altre bottiglie dopo 10 anni?

Passa meno di una settimana e una bella mattina di sole sento squillare il telefonino. È un numero mai visto. 

- Pronto? Parlo con il Sig. Raffaele? 
- Sì, mi dica…
- Sono Sabine C. , la chiamo dalla Tenuta Greppo di Biondi Santi. Volevo dirle che ho le sue 3 bottiglie davanti a me, appoggiate sul tavolo …

(Noo! Penso)

- …Anzi volevo dirle che avremmo il piacere di invitarla in azienda per una visita guidata. Che data le andrebbe bene?

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